venerdì 4 gennaio 2013

L’atomo energetico permanente materiale - 2

(by Trezzi Virginia)

In queste prossime righe è nostra intenzione approfondire la conoscenza sull'Atomo energetico permanente, cioè quell'atomo materiale che è il germe permanente di future vite di una stessa anima e che condiziona le nostre incarnazioni ed il nostro Karma.

Per facilitare queste precisazioni, dobbiamo incominciare dalla vita dopo la morte...

Quando l'ora della nostra dipartita è giunta e la forza aggregatrice che ha dominato la nostra vita ci abbandona (cioè quella scintilla energetica che è lo spirito), il corpo inizia la sua disgregazione ed i suoi elementi costitutivi ritornano a far parte della natura.

Esiste però un atomo, denominato atomo permanente materiale che ha un'azione preponderante per il cammino dello spirito e che quindi è importantissimo per la nostra futura incarnazione in quanto contiene, potenzialmente, la condizione prima affinché l'essenza spirituale possa, per via di adattamenti ai determinismi somatici, prendere possesso della forma e del sesso relativo.

Mentre l'anima, in esclusiva balìa dell'esito delle sue azioni, si dirige dove il merito o la colpa la portano, questo atomo permanente, essendo materia, viene trasportato dagli elementi della natura e portato a compiere quindi, attraverso questa, i cicli più impensati che, per chi si dimenticasse di trovarsi dinnanzi ad un valore atomico, potrebbero sembrare incredibili.

Per aiutarci a vedere chiaro, ci è utile seguire una sua ipotetica peripezia in una delle infinite serie di transizioni attraverso la breve durata di un suo ciclo:

Il corpo muore e si dissocia, si autodistrugge; i costituenti grossolani evaporano, più o meno lentamente, portando nel grembo delle loro molecole la particella infinitesimale che, in tal modo, inizia il suo pellegrinaggio.

Essa viene trasportata sulle ali del vento, attratta dalle correnti dell'atmosfera che percorrerà in tutti i sensi, alcune volte assorbita dal calore solare, altre prigioniera della nebbia; talvolta celermente e talvolta meno, ma serbando però sempre la caratteristica di un vagare incosciente, involontario.

Trovandosi, appunto, in questa situazione, una precipitazione ne può provocare la caduta in mezzo alla pioggia e, sempre sotto questo aspetto, può venire assorbita dalla terra la quale, alimentando a sua volta una pianta, immetterà in essa la nostra particella.

Ecco dunque come l'atomo materiale permanente, attraverso una successione di peripezie, dallo stato di disgregazione di un individuo, è giunto a far parte di un frutto, o più precisamente di un seme, e, come tale, porta il suo contributo al nuovo crescente germoglio.

Sotto questo aspetto rimarrà in esso finché altri processi favorevoli faranno sì che esso possa nuovamente liberarsi, ma le forze che guidano attraverso lo spazio l'atomo materiale sono delle più varie e molteplici, per cui non è detto che, vagando nell'aria, debba necessariamente cadere sulla terra piuttosto che in un lago o nel mare; in questo caso potrebbe benissimo venire trasportato dalle onde, sballottato in tutti i modi ed in ogni senso dalle tempeste dell'oceano che lo travolgeranno mille volte con i loro frangenti spumosi, senza per altro che esso ne subisca un danno o perisca.

Ad un certo momento avviene che le acque siano calme; l'atomo che apparteneva ad una vita individuale ed umana può galleggiare sulle acque in tranquillo riposo, forse anche contemplando le bellezze della natura, fino a quando un pesce, affiorando, non lo inghiotta.

Un nuovo ciclo ha inizio; può durare sino a che l'animale, mediante le sue funzioni organiche, non lo restituisca nuovamente all'acqua.

Transitando da sostanza in sostanza continua dunque a pellegrinare nel cielo, nell'aria, nei mari, nei fiumi, attraverso organismi vegetali ed animali; penetra nella terra; entra a far parte dei prati, negli steli erbosi, oppure nelle corolle o nei petali dei fiori più vari. In succinto vaga, e questo pellegrinare dell'atomo permanente è realmente drammatico, in particolare quando si sa che, malgrado ciò, una Suprema Forza naturale lo regola, conducendolo, dopo tante peripezie e metamorfosi, a quel luogo nel quale esso troverà ragione per partecipare nuovamente alla creazione dell'individuo, richiamando quella scintilla energetica che, un giorno, la morte separò dalla materia. Infatti, l'andare incessante di questa parte infinitesimale, di questo germe permanente di future vite - di una stessa anima, è sottoposto anch'esso ad un Karma, così come la parte spirituale.

È proprio in base al suo Karma che l'atomo materiale permanente, pur essendo libero di compiere tutte le involuzioni possibili, ha un ciclo ben determinato da due punti che rappresentano l'inizio e la fine delle sue dieci peregrinazioni, che cioè ne racchiudono il periodo determinato, più precisamente: dal minuto in cui esso abbandona la materia umana, separandosi da un corpo in disgregazione, a quello nel quale si trova in condizioni tali da poter formare un nuovo principio di vita.

Tale Karma è quello che permette allo spirito singolo di reincorporarsi; lo rende, per così dire, schiavo del fattore tempo.

La scintilla energetica non può essere l'arbitro assoluto della sua purificazione; infatti l'anima ha la facoltà di scegliere volontariamente il proprio destino futuro, ma essa non lo può compiere incondizionatamente a suo beneplacito, lo può fare solo quando l'atomo materiale si trova in condizioni che le permettano la nuova incarnazione; questo giustifica, tra l'altro, alcuni enigmi che riguardano il nostro pianeta e che si ritiene superfluo parlare in questa sede, possiamo però accennare al caso, che può sovente presentarsi, in cui un essere umano non sia in grado di procreare e, tutto ad un tratto, acquisisca tale possibilità.

Quale ne è la ragione? È evidente che essa consista nel fatto che tra i microscopici e vitali spermatozoi non esista l'elemento più essenziale, cioè l'atomo permanente materiale.

Per la stessa legge per cui una terra non seminata non può produrre, così l'alveo materno che riceve il seme privo dell'atomo essenziale creativo, è destinato a rimanere sterile, questo viene detto per inciso, quello che invece riteniamo utile sapere è che, quale residuo di un essere umano che ha cessato di vivere, rimangono, nello spazio, due elementi che si conservano invariati attraverso il tempo, due parti diverse nella loro costituzione, autonome per quanto riguarda i loro cicli, ma ciò non di meno unite l'una all'altra grazie ad una forza di vibrazione la quale fa si che, in determinati periodi, l'una dipenda strettamente dall'altra nella formazione di fenomeni in cui è possibile una loro manifestazione sincrona.

Questi due elementi sono appunto l'atomo permanente materiale e la scintilla energetica. Queste due Forze, pur separandosi dopo la morte, si riuniranno per vivificare la vita in una nuova manifestazione; questo fatto giustifica e spiega l'assioma ermetico che dice:

“Una pietra diventa una pianta, una pianta un animale, un animale un uomo, un uomo un Dio.”

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