venerdì 4 gennaio 2013

Chiarimenti indispensabili per una giusta conoscenza

(by Virginia Trezzi)

Un certo numero di scienziati materialisti assicurano che dopo la morte dell'uomo non rimane più nulla, che il corpo si disintegra negli elementi che lo compongono e che ciò che noi chiamiamo anima non è che un'autocoscienza temporanea prodotta dall'assieme dell'azione organica che poi si dissipa come il vapore.

Il fatto stesso di credere indiscutibilmente quanto affermano, enunciano una profezia, in quanto - per essi - non sarà possibile mantenere alcuna coscienza dopo la morte.

Infatti nel mondo spirituale vi sono dei principi fondamentali per cui non esiste possibilità di eccezioni.

Quello che invece va tenuto presente è che ci sono regole per coloro che vedono e regole per coloro che preferiscono rimanere ciechi.

Colui che non ha voluto vedere, non vedrà nulla, né sarà forzato a vedere.

Avendo egli, durante tutta la vita, insistentemente negato la continuità dell'esistenza dopo la morte, le sue capacità spirituali sono rimaste atrofizzate per tutto il periodo della sua esistenza, né potranno svilupparsi dopo la morte; così egli rimarrà cieco.

Per riuscire a spiegare questo dobbiamo far presente che Manas, nel suo aspetto inferiore, è la sede della mente terrena, quindi esso acquisisce soltanto quello che a lui risulta evidente circa la percezione dell'universo, ma nulla della visione spirituale, se tale visione non viene recepita.

Il Manas inferiore non è che un attributo dell'intelletto, mentre Bhuddi-Manas è l'anima umana illuminata dalla radiosità della Luce dello Spirito. Ne consegue che Buddhi- Manas non può né morire né perdere la sua autocoscienza nell'Eternità, e neppure il ricordo delle sue passate incarnazioni. Ma ciò non può verificarsi per il materialista, il quale, non riconoscendo la Sua anima divina, da essa nulla può ricevere.

L'Anima umana, essendo una proiezione dell'intelletto ed essendo un semplice attributo condizionato dalla personalità terrena dell'uomo, con la disgregazione di questi, pure essa si dissolve, quindi non può rimanere nulla che ci dia il ricordo di quanto noi stessi abbiamo rifiutato.

Il Karma, diciamo, agisce incessantemente e nella nostra vita al di là, noi possiamo raccogliere solo i frutti di quanto abbiamo seminato in questa.

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